Uzbekistan, itinerario di due settimane: cosa vedere?

Uzbekistan Itinerario Cosa Vedere

asia centrale * tashkent * samarcanda * lago d’aral

Troppo spesso snobbata in favore dell’estremo o del medio oriente, l’Asia Centrale ha una storia tanto lunga quanto appassionante. Il mix di culture che la contraddistingue, dalla dominazione mongola a quella dell’ex Unione Sovietica, è affascinante e unico al mondo. L’Uzbekistan è probabilmente il paese in cui potete ammirare le medressa e i minareti più spettacolari dell’intera regione. Ma cosa vedere in un itinerario di due settimane?
 Chi viaggia in Uzbekistan solitamente si limita a visitare quelle due, tre città principali (Samarcanda, BukharaKhiva) e turistiche con viaggi organizzati che attraversano lo stato su grossi e popolosi pullman. Di tanto in tanto si incontrano backpackers, ma fuori dagli itinerari battuti non è così frequente avere a che fare con altri viaggiatori.

Noi abbiamo provato a visitare i must see, ma anche a fare qualche variazione sul tema per provare a capire qualcosa di più di questo stato pieno di contraddizioni. L’Uzbekistan ci ha davvero dato tanto, infatti questo viaggio ha cambiato sicuramente un po’ il nostro modo di viaggiare lasciandoci più aperti all’imprevisto e più desiderosi di improvvisare. In Uzbekistan ci siamo fatti accogliere e coccolare da famiglie locali che ci hanno ospitato, invitandoci nelle loro case e aiutato quando ci siamo trovati in difficoltà (se contate di prelevare soldi con carta di credito preparatevi ad una vera e propria impresa). In questo paese abbiamo imparato a fidarci e affidarci ad altri e sulla strada abbiamo trovato anche alcuni amici con cui dividere la nostra avventura, il che l’ha resa ancora più bella.

Due cose importanti da sapere (altre 8 cose da sapere sull’Uzbekistan!):

  1. Il Som Uzbeko è molto svalutato. Questo significa che sarete costretti a viaggiare con le tasche gonfie di banconote anche solo per pagare il pranzo. Imparate a contare velocemente le banconote… ne avrete bisogno. Noi abbiamo cambiato i soldi sempre al mercato nero, per strada insomma!
  2. Registrazione giornaliera: in teoria per ogni notte che passate in Uzbekistan un albergo o ostello autorizzato dovrebbero rilasciarvi una ricevuta con tanto di timbro. All’uscita dal paese potrebbero controllare queste ricevute e farvi storie se non le avete. Se alcune notti dormite in case private potete farvi fare due ricevute all’albergo successivo, pagando una piccola somma. Le regole, comunque, non sono chiarissime ma non vi consigliamo di testare sulla vostra pelle se i controlli sono effettivamente così rigidi.
  3. Se vi ferma la polizia e siete fuori regola per qualche motivo (reale o presunto) rimanete calmi e cercate di sistemare le cose in modo informale. La corruzione in questo paese è all’ordine del giorno e potrebbe essere molto fastidioso (nonché pericoloso) trovarsi nei guai con la polizia locale. Se vi viene richiesta una piccola cifra per chiudere un occhio purtroppo il nostro consiglio è di provvedere e poi riportare la cosa all’ambasciata italiana, in ogni caso non mettevi a fare gli eroi.

Tappa 1 del viaggio: Tashkent – perchè andare?

Tashkent è molto meglio di quello che pensiate. Mangiate in un ristorantino qualsiasi della città vecchia, visitate, il Bazar Chorsu, il centro religioso Khast Imom e il Parco Navoi, ma soprattutto perdetevi per la città e vi innamorerete dell’architettura sovietica, che ha lasciato a Tashkent palazzi enormi e bizzarri, che oggi la rendono un luogo davvero unico.

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Uzbekistan: Tashkent, Parco Navoi

Tappa 2 del viaggio: Samarcanda – perché andare?

O sarebbe meglio dire: perché non andare. Certo, Samarcanda è tra le città più importanti della Via della Seta e come tale ha sviluppato un’infinita serie di edifici storici dalla bellezza imbattibile: madrasse, minareti, moschee, vi ci vorranno giorni a visitarli tutti. Ma il lavoro di restauro fatto è stato esagerato e ha isolato la città vecchia da quella nuova, facendone una sorta di parco giochi poco apprezzabile per chi ha visto altre bellezze più autentiche. Se passate di qui però non perdetevi il cimitero, abbarbicato sulla collina ai bordi della città.

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Uzbekistan – Samarcanda
Uzbekistan Il cimitero a Samarcanda
Uzbekistan – Il cimitero a Samarcanda

Tappa 3 del viaggio: Nurata – perché andare?

Perché non c’è nulla in città (fatto salvo la trascurabile Fortezza di Alessandro Magno). Quindi è il miglior modo per immergersi nella vita locale. Inoltre è il luogo migliore da cui partire per una gita al Lago Aidarkul e i Monti Nuratau. Quando siamo stati noi, 2013, l’unico albergo in città era chiuso. Noi abbiamo dormito da una famiglia appena conosciuta.

Uzbekistan - Nurata
Uzbekistan – Nurata

Tappa 4 del viaggio: Lago Aidarkul & Monti Nuratau – perché andare?

La famiglia che ci ha ospitato a Nurata ci ha poi accompagnato in macchina (tariffe molto economiche, non temete) nelle tappe successive e poi fino a Bukhara. Al Lago Aidarkul ci si va per ammirare il panorama da una collinetta adiacente che si affaccia su questa lingua di deserto. Non fatevi tentare dagli accampamenti di yurte adiacenti: trappola per turisti. Sui Monti Naratau dovreste andare se siete appassionati di trekking e se volete vedere come si vive in montagna, in mezzo realmente al niente da queste parti. Ci sono tante famiglie che hanno adibito la loro casa a bed and breakfast e partecipare alla loro vita sarà una delle esperienze più interessanti della vostra vacanza.
Info sul sito della regione: www.nuratau.com.

Tappa 5 del viaggio: Bukhara – perché andare?

Da molti osannata, Bukhara è, a nostro parere, una tappa obbligata più per la sua posizione che per quello che ha da offrire. Certo, il minareto Kalon e l’Ark, una città fortificata al centro di Bukhara, sono tra gli esempi più mirabili dell’architettura dell’intera Asia Centrale, così come la Madrassa di Mir-i-Arab, ma la città manca di anima. Cercate la Torre dell’Acqua, di costruzione sovietica, e fate in modo di salire fino alla sua sommità: è uno dei pochi luoghi in cui vedere Bukhara dall’alto. Si parlava della sua posizione: è la città ideale da cui partire per attraversare il deserto di Kyzylkum. Noi abbiamo condiviso una macchina con altre persone, semplicemente chiedendo per strada.

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Uzbekistan – Bukhara

Tappa 6 del viaggio: Khiva – perché andare?

La Ichon-Qala, ovvero la città vecchia, di Khiva è così densa di minareti, madrasse, moschee, tutti perfettamente conservati, da perdere la testa. Questa sua folgorante bellezza l’ha resa un po’ troppo turistica e fredda, ma aspettate il calar del sole, quando i gruppi organizzati hanno ormai lasciato la città, e godetevi lo spettacolo del tramonto dal piano alto di uno dei suoi palazzi o sulle mura, e cambierete idea.

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Uzbekistan – Khiva

Tappa 7 del viaggio: Nukus – perché andare?

Apparentemente il viaggio fino a Nukus vi apparirà sfiancante e inutile. Poi scoprirete il suo vivacissimo mercato e soprattutto il Museo D’Arte Savitsky Karakalpakstan che ospita 90.000 opere dell’avant gard russa, sfuggite alla furia distruttrice del regime sovietico e oggi uniche nel loro genere. Nukus è inoltre il posto da dove partire per l’avventura sul Lago d’Aral.

Tappa 8 del viaggio: Lago d’Aral – perché andare?

Il Lago d’Aral sta scomparendo: negli anni ’60 era 68.000 chilometri quadrati e oggi è meno di un decimo. In epoca sovietica infatti i suoi emissari sono stati deviati per scopi agricoli e la forte evaporazione sta facendo il resto. Vedere le sue sponde, che si ritirano anno dopo anno, percorrere quello che una volta era il suo letto, in fuoristrada e godere di paesaggi incredibili, fanno dell’escursione al Lago d’Aral una di quelle cose imperdibili. Peccato non poter andarci da soli, in quanto le piste nel “deserto” lasciato dal lago sono difficili da percorrere e da seguire. Il costo è alto (400$) ma dividendo in 4 la cifra si fa più abbordabile. Dormirete in tenda sulle sponde del lago e godrete di un alba e un tramonto indimenticabili. Al ritorno chiedete di visitare Moynaq, la (ex) città di pescatori che più a sofferto il disastro del Lago d’Aral.

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Uzbekistan – Il letto del Lago d’Aral, ormai prosciugato
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Uzbekistan – Accampamenti di yurte